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niente| e mi scuseranno se dirò delle sciocchezze ; ma io stento a riconoscere qualohe faccia di cristiano| li dentro.
— Non oe n'ò| infatti ; — osservò Lucio Sor-mani| posando amorevolmente una mano sulla spalla del suo amico Gaione. — In questo| meno Oloferne che è un assiro| sono tutti ebrei| Giuditta nella tenda| e gli angeli lassù nello squarcio del cielo. In quest'altro son mezzi persiani e mezzi ebrei. Vedete bene che i cristiani non ci hanno a far niente.
— Sì| capisco ; e conosco il veochio Testamento ancor io ; — replicò il pachidermo| sforzandosi di ridere. — Volevo dire.... m'intendano per discrezione.... volevo diro che quelle lì non son facce.
— Diventeranno| amico Gaione| — disse il pittore| benignamente sorridendo. — Se mi approvate i bozzetti| verranno a suo tempo i cartoni| che vi daranno conto di tutto ciò che non vedete qua dentro.
— Il nostro signor Gaione| — entrò a dire Flaminia| — vorrebbe veder tutto finito alle prime. Anche l'altra volta| per i bozzetti della navata| ci ha battute le labbra. Ma poi i cartoni lo hanno persuaso| ed ora lo persuaderanno anche meglio i dipinti.
— Eh| ne ho veduto già qualche cosa; — rispose messer Gaione| non rabbonito che a mezzo.