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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   tenda| arridevano le schiere celesti| dandole forza di sollevare la pesante scimitarra del fiero dormente ; e Betulia| da un'apertura più bassa| appariva in lontananza| illuminata da un raggio di luna per mezzo a un rotto di nuvoli.
   Flaminia| avvezza al fare dell' artista e alla sommaria esposizione dell' abbozzo| colse subito il complesso delle composizioni e ne ammirò gli ardimenti. Per lei non o' era da mutar nulla| e i contorni avrebbero rese evidenti quelle cose ohe nei due bozzetti erano a mala pena indicate? Del giudizio di donna Barbara quasi sarebbe inutile parlare : la nobil signora guardava estatica e modulava di tanto in tanto certe sue interiezioni gaudiose| che valevano ognuna un trattato. Mentre ella squittiva| il signor Gaione| raccolto nella sua dignità di capo fabbriciere| occhieggiava di qua e di là| batteva le labbra e nicchiava.
   — Oh come ? — disse finalmente la marchesa| seccata di quel sordo brontolio del pachidermo.
   — Non dite nulla| voi| signor Gaione? Non vi piacoiono| questi bozzetti ?
   — Non mi piacciono| è presto detto| signora marchesa; — rispose il Gaione| rivoltandosi come un gatto che si senta accarezzare a oontrappelo.
   — Guardo| e non mi raccapezzo| non vedo che delle macchie di tinta. Io non m'intenderò di