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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   mirare ; — ripigliò la marchesa. — Niente di meno che il ritratto di Flaminia; e fatto senza l'originale alla posa: una maraviglia| uno splendore.
   — Ah ! — esclamò il Sormani. — Il ritratto della contessa ? E il vostro| non lo vedremo ?
   — Che mio? che c'entra il mio| se non lo ha fatto ?
   — Male! — ribattè il Sormani. — Doveva farlo.
   — Ed io non lo avrei voluto| vi basta ? — replicò la marohesa| seccata di quella insistenza| che non riusciva a capire.
   — Intendo| — disse Lucio| acquetandosi. — Voi siete come Artemisia| la bella regina di Caria| che voleva passare la vita intiera a piangere il suo Mausolo.
   — Credete che non si possa far come lei ?
   — Sì| speoialmente se si presta fede alla cronaca.... di Caria. Narra infatti la oronaca| che la bellissima vedova rasciugò le sue lagrime| innamorandosi dell'artefice incaricato di far il monumento. Ah! — soggiunse Lucio| sospirando. — Perchè non ho io studiato scultura? —
   La marchesa Barbara non sapeva lì per lì se dovesse ridere o andar in collera. Ma per amor di quiete si risolse di ridere.
   — Matto ! — diss'ella. — Non si sa mai quando parlate sul serio.