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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Ella è pittore| signor conte ? — disse Lucio Sormani| tanto per cominciare. — Una bell'arte| la sua.
   — Ma difficile| — rispose quell' altro. — Ci prende da fanciulli| non ci lascia per tutta la vita; ma quante delusioni| per un po' di buon nome che ci aveva fatto sperare in principio!
   — Che dite| Salverana? — esclamò la marchesa. — Col vostro ingegno! colla vostra riputazione!
   — Ah sì| e con la vostra bontà| donna Barbara ! — replicò il pittore| tentennando la testa. — Ma il fatto è questo| che i disinganni sono più delle speranze| e le amarezze son più delle gioie. Già| incominciamo a dire che difficilmente si raccolgono in uno tutte le qualità necessarie. Avete il disegno ? vi manca il colore. Avete il colore ? vi manca il disegno. Poi| ci sono le cose ohe si possedono| ma non si sentono ; si hanno per istudio| per pratica| ma non son venute fuori dall' anima. La linea| per esempio ! questa dovrebb'essere tutt'uno col disegno| e non è. Il sugo| l'impasto| la.... la.... infine| tutto quello che non si può dire| e che pure è 1' essenziale dell'arte ; eccovi delle cose capaci di farvi disperare| quando le intendete| le ved' 'e| e non le potete raggiungere. La tecnica| infine| quante altre difficoltà non presenta!