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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   vero? Bravo| signor Gaione! Siamo dunque rimasti presi ai vezzi di Margherita'? Confessatelo| via; non è neanche un peccato mortale.
   — No| perdincibacoo! — rispose quell'altro| facendo bocca da ridere| — e le mie intenzioni.... Ma che cosa mi fa dire?... e per la prima volta che parlo con lei....
   — Non vi confondete| mio caro| — replicò Lucio Sormani| stringendogli il braccio più forte ohe mai. — Ci conosciamo da poche ore| ma l'amicizia è sincera. Non dobbiamo vergognarci di un bel sentimento| ohe diamine ! E poi| l'amore è come la tosse : quando c' è| non si nasconde. Io| piuttosto| sono dolente di avervi manifestato un segreto che vi fa tanta pena. Ma sarà poi vero quello che a me è stato riferito? E se è vero che la bellissima Marga è nata signora| non può esser vero ancora che disgrazie di famiglia l'abbiano fatta cadere in povertà?
   — Se così fosse ! — esclamò il pachidermo. — Io sono ricco per lei e per una dieci volte più povera di lei.
   — Bene ! — conohiuse Lucio| contento d'aver messo un po' di balsamo sulla ferita. — Sperate| dunque. E ritorniamo alla nostra compagnia. Margherita è là che vi guarda con la coda dell'occhio. —
   Cinque minuti dopo| tratto il Sormani in disparte| Flaminia gli domandò sottovoce: