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— Ohe cosa mi dice mai| signor barone 1 — esclamò finalmente il paohidermo.
— Dico.... dico due cose| — ripigliò il Sormani. — In primo luogo| che io non sono barone. No| amico mio| questo titolo non mi viene| e voi vedete in me un semplice mortale.
— Scusi| sa ?... credevo.... Qui sono tutti titolati.
— Meno il vostro umilissimo servo. Che ci volete fare? Son casi che si dànno| ed io sopporto la mia disgrazia con filosofica pazienza.
— Ma lei voleva dire un'altra cosa....
— Ci vengo| ci vengo. Dicevo| in secondo luogo| che la signorina Marga è cameriera.... come io sono barone. Quella è nata dama| mio caro. Non ò principessa| no ; duchessa nemmeno ; se non ò marchesa| ci scatta di poco.
— Davvero? ne è ben sicuro? ma allora....
— Allora| — disse Lucio| oon accento leggermente canzonatorio| — che cosa ne importa a voi ? Niente più di quello che ne importerebbe a me| voglio credere.
— Eh| vossignoria ne parla con molta....
— Filosofia| dite pure ; e stia magari per leggerezza.
— Oh| non avrei tanto ardire. Filosofia mi piace. E si può esser filosofi| quando si pensa tranquillamente a tante cose.
— Ma voi non avete questa tranquillità| non è