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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 84 --
   — Ohe cosa mi dice mai| signor barone 1 — esclamò finalmente il paohidermo.
   — Dico.... dico due cose| — ripigliò il Sormani. — In primo luogo| che io non sono barone. No| amico mio| questo titolo non mi viene| e voi vedete in me un semplice mortale.
   — Scusi| sa ?... credevo.... Qui sono tutti titolati.
   — Meno il vostro umilissimo servo. Che ci volete fare? Son casi che si dànno| ed io sopporto la mia disgrazia con filosofica pazienza.
   — Ma lei voleva dire un'altra cosa....
   — Ci vengo| ci vengo. Dicevo| in secondo luogo| che la signorina Marga è cameriera.... come io sono barone. Quella è nata dama| mio caro. Non ò principessa| no ; duchessa nemmeno ; se non ò marchesa| ci scatta di poco.
   — Davvero? ne è ben sicuro? ma allora....
   — Allora| — disse Lucio| oon accento leggermente canzonatorio| — che cosa ne importa a voi ? Niente più di quello che ne importerebbe a me| voglio credere.
   — Eh| vossignoria ne parla con molta....
   — Filosofia| dite pure ; e stia magari per leggerezza.
   — Oh| non avrei tanto ardire. Filosofia mi piace. E si può esser filosofi| quando si pensa tranquillamente a tante cose.
   — Ma voi non avete questa tranquillità| non è