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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Barbara| spiegare e ripiegare pannilini| stender ricami| fare un visibilio di cose| ed esser sempre in moto oome una spola. Del resto| non lo guardava mai| se non per accennargli di tirarsi in là ; e forse oi pigliava un gusto matto a farlo dare indietro| a non curarsi di lui| a piantarlo di tanto in tanto| quel pachidermo innamorato.
   Lucio Sormani approfittò di un intervallo nelle estasi di messer Gaione| per tirare il suo uomo in disparte.
   — Bella ragazza| non è vero ? — gli disse.
   — Ah| sì| bella| molto bella ; — rispose Gaione| impacciato da quell'esordio ex abrupto. — Quella ò una principessa travestita.
   — Eh ! — disse Lucio| ammiccando. — Eh ! voi non andate mica molto distante dal vero. Permettete che vi faocia i miei complimenti| anzi| per la vostra perspicacia. La signorina Marga| infatti| non è.... Badate| vi confido un segreto| — soggiunse Luoio| stringendo il braccio del suo interlooutore stupefatto. — La signorina Marga| infatti| non è una cameriera. —
   Quell'altro sgranò tanto d'occhi| e stette lì a bocca aperta| aspettando che il signor Lucio volesse continuare. Ma il signor Luoio non diceva altro; si tratteneva con manifesta compiacenza ad osservare su quel facoione di luna in quintadecima l'effetto della sua maravigliosa notizia.