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resto| era quella uria precauzione necessaria| poiché dalle commessure dei tavolati ad ogni tratto potevano cader calcinacci. Si sentiva anche scalpiccio di piedi| lassù| suono di ciotole cozzanti| rumor di sgabelli smossi| vooi| risate| ed altri simili indizi di gente a lavoro.
— Ohè| di lassù ! — gridò ad un tratto messer Gaione| levando il muso in aria. — Signor pittore| badi che ci siamo noi| qui sotto.
-- Niente paura! — rispose una voce dall'alto. —- Non sarà finalmente ohe un po' di polvere.
— Ma c'è la signora contessa| mi capisce ? — ribattè il signor Gaione.
— Allora| neanche quel poco ; — replicò la voce| a cui tosto seguiva il rumor di un salto sul tavolato.
Di sicuro il pittore si calava in quel plinto dal suo trespolo| per aocorrere all'apertura del ca-poscala.
— Non v'incomodate per noi| signor conte| — disse Flaminia| vedendo infatti apparire il Salvi dal vano della bodola. — Il signor Gaione ha voluto avvisarvi della nostra presenza. Ma noi siamo intrusi| qua dentro. E del resto| un po'di polvere si leva via molto presto.
— Mi è sempre caro di essere stato avvertito| e ne ringrazio l'amico Gaione ; — rispose il pittore. Qualche volta si rovescia senza volerlo