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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ad ossequiarle. Si metteva ai loro ordini : fu accettato per compagno| per cioerone| per guida ; della qual cosa non è a dire come si tenesse onorato. Di solito aveva poco da fare| quell'arricchito d'America| e metteva i suoi ozi a servizio del oo-mune e della parrocchia ; due cose che nella sua testa ne facevano una sola. Se ciò non piaceva al medico condotto| tanto peggio per lui. Già| quanto al medioo oondotto| la sua capitolazione stava per finire| e messer Gaione| in consiglio| a gran maggioranza di voti| gli aveva fatto dai- la disdetta. Il segretario comunale| che teneva dal medico| doveva arar diritto anche lui. Tutti dovevano arar diritto in Altariva| uomini e buoi| e primo fra tutti il sindaco| ohe| se non ora un bue| ci scattava di poco. Ma che bella fortuna| quel giorno| per rialzare dell'altro il signor Gaione agli occhi di tutto il popolo d'Altariva sottana| come agli occhi suoi proprii! Andare a passeggio con la signora del castello e coi suoi nobili ospiti| che si oanzona? Messer Gaione si pavoneggiava davanti alle botteghe attonite| stupefatte| incantate; andava| si fermava| gesticolava| rideva| mostrando tutti i suoi denti| bianchi| larghi e forti| che avrebbero potuto stritolare un segretario| un sindaco| un medico condotto e un farmacista per giunta; magari anche il parroco| se quel ministro di Dio in Altariva si fosse fatto lecito di avere