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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   vuol fare. Quando riprenderò un padrone| capisco| dovrò fare a modo suo. Ma non lo riprenderò se non quando lo avrò i'itrovabo tale da oomandar io| e sarò tanto innamorata da dirgli: comandami tu| ecco la tua schiava. „
   Por la gita in Altariva sottana non era mestieri di carrozza. Dopo la colazione| una passeggiatimi a piedi si offriva naturalissima. La strada non era lunga| nè polverosa; aveva i margini rilevati| e prode tutte verdeggianti di eriche| di ginestre| di corbezzoli| di ginepri e di pini. Avviato per quella discesa| in tanta varietà d' arbusti e di piante| Lucio Sormani con sua gran meraviglia si ritrovò ragazzo di dodici anni; saltellò di qua e di là oome una cavalletta| si arrampicò da un lato| si calò dall'altro| andando a cercare i garofani selvatici| che ancora non erano fioriti| e ritrovando il timo odoroso| che già vestiva nuovamente le sue rappe di verde| forse immaginando che qualcuna di esse| raccolta da lui| sarebbe andata ad ornare il seno della contessa Flaminia| e soffrendo che qualcun'altra ne fosse offerta| per necessità di buona compagnia| alla marchesa Barbara| testimone seooata di tante bambinerie senza sugo.
   Giunti che furono alle prime case di Altariva sottana| ecco apparire dal piazzale della chiesa un omaccione dalle spalle grosse| un po' curve|