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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Procediamo con ordine| — aveva detto Flaminia| aprendo il suo rosolaccio. — Vediamo da principio le oose più vicine| vedremo poi le lontane. Siamo un po' come i falchi| quando si levano a volo; facciamo le ruote lente e solenni nel vioinato| come per prepararci ai tragitti più lunghi. Vedete laggiù| nello sfondo verde turchino della valle? Quel punto bianco è l'abbazia di Murtola. Ci andremo| allargando a mano a mano il raggio delle nostre escursioni| ci ari dremo nella settimana ventura. E vedremo poi dell' altro: il bel ponte dell' Isola| per esempio| ohe è romano antico| in gran parte; le oapanne di Liceto| donde si gode una vista incantevole di pascoli verdeggianti; la croce di Pietraroggia| che segna il confine di tre diocesi| niente di meno| e da cui si vede Milano| Torino e la Corsica. Non tutte in fila| s'intende| — soggiunse Flaminia| ridendo; — e bisogna anche combinar la giornata limpida come un cristallo| una di quelle giornate che tutti citano e che nessuno ha vedute.
   — Con voi per cicerone!... —• disse Lucio| inchinandosi.
   — Oh no| badate| ci vorrà una guida| — riprese Flaminia. — Vi parlo di queste gite senza averne fatto pur una. Sapete bene che son nuova ancor io di questi paesi. Ma ho preso lingua dai