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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Altariva; — soggiunse ella| volgendosi a Lucio. — Non si potrebbe fare altrimenti| in una solitudine come questa. S'intende che non ne fac ciamo un obbligo a voi| specie per i primi giorni. Ma anche voi| se vorrete rimanere a lungo| prenderete a mano a mano le nostre abitudini monastiche.
   — Scendeṛ per cantar mattutino; — rispose Lucio| ridendo. — L'essenziale è che la campana del convento mi avverta. —
   Si alẓ| cosi dicendo| ed auguṛ la buona notte alle dame.
   Quando fu solo nella sua camera| accese una spagnoletta e anḍ a fare la sua fumatina nel vano della finestra. Anche di là si vedeva la torre della Guardia e il lume che aveva destata 1' ammirazione della marchesa.
   — Eccolo là| il pittore; — penṣ egli| guardando; — questo gran pittore che mi ̣ stato per tutto il giorno ricordato| senza che mi sia riuscito di vederlo mai. 0 non si direbbe un protagonista di tragedia antica| che è annunziato per tutto il primo atto e non apparisce che al secondo in iscena? Pittore! pittore!... Ma donde gli è venuta l'ispirazione e l'arte| al signor conte di Salverana? Si narra che un bel giorno agli apostoli una lingua di fuoco| scesa improvvisamente dal soffitto.... Sicuro| lo spirito santo soffia