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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ben nota. Non c'erano che due abitatori| marito e moglie| marchese e marchesa| con trenfcasei quarti di nobiltà per ciascheduno| e così rigidi osservatori delle cerimonie| ohe soli| come vivevano sempre nel loro castello| si mettevano in pompa magna per scendere a pranzo; lui in falda e cravatta bianca| lei in vestito a tutto scollo e ingioiellata come per un ballo a corte.
   Lucio Sormani non pensò ad inalberare la falda. Per ogni buon fine si fece più bello che potò| sempre disposto a negare la più lontana intenzione di venir meno ai comandi della padrona di casa. Infatti| oomparve tutto vestito di nero| col suo bravo smoking all'ultima moda| di panno finissimo| col bavero e le rivolte di 3eta| bene aocompagnate dalle strisce di seta alle trombe dei calzoni: la qual cosa parve di buonissimo gusto alla contessa Flaminia| punto nemica di una disinvolta eleganza| ma non ottenne egualmente il plauso della marchesa Barbara. E perchè| poi? che cosa avrebbe voluto| la nobil signora| per manifestargli il suo gradimento? ohe il nuovo ospite comparisse in abito da viaggio ? Ah sì| proprio in quel modo| per andarsene com' era venuto. Crudele marchesa| e veramente barbara su tutte le Barbare della cristianità! Le piaceva poco il Sormani| che pure si era mostrato così galante con lei; e rizzò muso a tu Barrili. La Castellana. 5