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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   stiche madri| incominciavano a tenersi più pulite| più aggiustate nel vestire i lor cenci. Grande effetto del buon esempio| o d' un sentimento di riguardo verso quella nobile signora| che non aveva punto di boria e 8i fermava a parlar domesticamente con tutte ! Lucio Sormani ebbe modo di notare il fatto| e di citare la Francia e l'Olanda| dove i contadini hanno così belle abitudini di nettezza e di lindura| in conseguenza del vivere più frequente dei signori in oampagua.
   — Avete ragione; — gli disse Flaminia. — Bisognerebbe viverci molto| viverci sempre| fra la gente del contado. Già| incominciamo a dire che si spenderebbe qui| sulla terra| la maggior parte di ciò che dalla terra si ottiene. Ma poi| ci sarebbe anche guadagno per tutti| e per noi non meno ohe per questa povera geute; la quale| in fin dei conti| per amare il oampo che coltiva| ha bisogno di vederlo amato da ooloro che lo sfruttano. Io per intanto ritorno da queste passeggiate più fresca| più sana| più contenta di me| che da una scarrozzata| da una conversazione| o da una festa da ballo. —
   E seguitava a carezzare| a baoiare| a vezzeggiare bambini| a barattar parole| a ricambiare saluti| a consolare del suo aspetto e del suo sorriso la gente. Lucio ammirava| ed ammirando pensava :