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tro di sè la marchesa Barbara mandava a quel paese l'importuno visitatore. Questi frattanto rispondeva| seguitando la celia.
— Credetelo almeno per metà. Son venuto per tutt'e due| il che mi renderà un pochino ridicolo| ed anohe meno pericoloso.
Ma noioso parecchio; pensò la marchesa| mentre gli faceva il più amabile dei suoi sorrisetti.
La conversazione girò di qua e di là| come tutte le conversazioni. Ed anohe i personaggi| muovendosi per il parco| si trovarono uniti o divisi in proporzioni diverse. Rimasta sola un tratto con Flaminia| la marchesa colse il buon punto per bisbigliare all'amica:
— Lo avremo qua per un pezzo?
— Non so; — rispose Flaminia; — finche vorrà rimanere. —
La marchesa trasse un sospiro.
— Povera pace! — mormorò ella| chinaudo la testa.
— Perchè dici povera pace? — domandò Flaminia. È un buon giovane| un compito gentiluomo| e non capisco....
— Capisco io ; — interruppe Barbara. — Capisco che è venuto qua con un'idea.
— Un'idea! e sarebbe?
— Quella di piacerti| mia bella| e di ottener la tua mano. —
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