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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 56 —
   tro di sè la marchesa Barbara mandava a quel paese l'importuno visitatore. Questi frattanto rispondeva| seguitando la celia.
   — Credetelo almeno per metà. Son venuto per tutt'e due| il che mi renderà un pochino ridicolo| ed anohe meno pericoloso.
   Ma noioso parecchio; pensò la marchesa| mentre gli faceva il più amabile dei suoi sorrisetti.
   La conversazione girò di qua e di là| come tutte le conversazioni. Ed anohe i personaggi| muovendosi per il parco| si trovarono uniti o divisi in proporzioni diverse. Rimasta sola un tratto con Flaminia| la marchesa colse il buon punto per bisbigliare all'amica:
   — Lo avremo qua per un pezzo?
   — Non so; — rispose Flaminia; — finche vorrà rimanere. —
   La marchesa trasse un sospiro.
   — Povera pace! — mormorò ella| chinaudo la testa.
   — Perchè dici povera pace? — domandò Flaminia. È un buon giovane| un compito gentiluomo| e non capisco....
   — Capisco io ; — interruppe Barbara. — Capisco che è venuto qua con un'idea.
   — Un'idea! e sarebbe?
   — Quella di piacerti| mia bella| e di ottener la tua mano. —
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