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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 55 —
   Che razza di dormigliona mi credi ? Sono uscita per tempo a prender aria| e andata molto lontano. Temevo anzi di farmi aspettare| e perciò mi vedi qui tutta ansante| che devo parere un mantice. Pigùrati; sono arrivata fin laggiù| alla chiesa| per dare una sbiroiatina agli affreschi.
   — Senza aspettare che li scoprano? Ma brava! e sarai stata sui ponti| m'immagino.
   — S'intende. E non è niente pericoloso| sai; hanno fatte le cose per bene. Ma ohi vedo ? Sogno o son desta ? — soggiunse con drammatica intonazione la marchesa Barbara| vedendo il cavaliere ohe appariva in quel punto dalla svolta di una piantata di tuje.
   — Ah| non è sogno ; — rispose Lucio| sul medesimo tono| avanzandosi rispettoso per offrirle gli omaggi di rito.
   — E da dove ci capitate? — domandò la marchesa.
   — Dall'Olanda| per ora; — disse Flaminia| rispondendo per lui; — e libero.
   — Oh| liberissimo; — soggiunse il Sormani.
   — Vedi? — ripigliò Flaminia. — Ha saputo che tu eri da me| ed è corso| è volato.
   — Non ne credo niente; — replicò la marchesa| facendo bocca da ridere.
   Così almeno volevano le buone creanze e il faceto indirizzo dato alla conversazione. Ma den-