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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   derido i suoi quadri agli inglesi| come vendeva agli italiani i suoi libri. —
   Flaminia conosceva l'Azeglio per la sua Disfida di Barletta e per i due volumi dei suoi Ricordi. Da quest'opera appunto aveva saputo ohe il grand'uomo| nato di stirpe marchionale| vendeva con gran gusto i suoi quadri ; il che non gli tolse di esser generale alla sua ora| diplomatico| governatore di città e primo ministro del regno. Quel ravvicinamento dei Salverana cogli Azeglio le piacque| ed ella approvò largamente il discorso del conte pittore| che modestamente e dignitosamente si guadagnava le sue venticinquemila lire negli affreschi della parroo-chiale d'Altariva.
   Vogliamo dire che fosSe innamorata? Certo| dalla sua conversazione con Lucio Sormani ne potrebbe nascere un sospetto. Ma ricordiamo| per ogni buon fine| che una donna non parla così liberamente di certe cose| quando ci ha il cuore impegnato| o che altrimenti ci vuole un bel grado di diplomazia sopraffina| perchè ne parli così.
   Del resto| il conte Salvi di Salverana era un uomo notevole| e gli si poteva render giustizia per tante sue doti di compito cavaliere. Non aveva boria nè coi ricchi nè coi poveri| nè coi superbi nè cogli umili. Viveva da artista| e nei