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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   e quasi sentivate il desiderio di fargli delle souse. Infine| ohe vi dirò? Era un grazioso matto| e la contessa Flaminia pensò che fosse un bell'acquisto| quasi un inviato dal cielo| nella solitudine di Altariva. Non per sò| intendiamoci; chè la contessa Flaminia sapeva bastare a sò medesima; ma per la marchesa Barbara| sua ospite volontaria e gradita.
   Anche questa era una parente; meno lontana di Lucio Sormani| il quale| finalmente| era cugino di cugini| per parte dei Landolfi| mentre essa| la marchesa di Ponte Rovella| era cugina del morto conte Rinieri. Curioso tipo di donna| quella marchesa Barbara ! Vedova anche lei| ma da più lungo tempo| e non ricca; belloccia an cora| con le trentadue primavere ohe si degnava di accusare e con le quaranta che realmente aveva vedute trascorrere| non sarebbe stata aliena in principio dall'idea di rimaritarsi. Ma una pensione| che avrebbe perduta rimaritandosi | valeva assai più| per lei sola| che lo spartirne un'altra con qualche colonnello in ritiro| o con qualche generale in posizione ausiliaria. Perchè questi| e non altri partiti si erano presentati alla sua vedovanza ; e una casa in Torino e un podere sull'Astigiano non erano tal esca da tirar pretendenti ohe fossero di sotto ai cinquanta. Ma da un pezzo la marohesa Barbara