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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Ho capito ; — oonchiuse Lucio Sormani. — Sposerete un pittore. Ma non già per cantare lo stornello popolare. —
   E prima che la contessa Flaminia gliene domandasse di più| Luoio Sormani attaccò lo stornello :
   — Che me ne importa a me| se non son bella|
   Che ci ho l'amante mio che fa il pittore?
   Ei mi dipingerà come una stella....
   Che me ne importa a me| se non son bella? —
   Lucio Sormani cantava con un f31 di voce| da tenorino di grazia| e la contessa Flaminia lo stette a sentir volentieri.
   — Vedete| cugina? — riprese egli. — Non è il caso vostro. E vi consiglierei modestamente di sposare un altro.
   — Mi consiglierete un tenore? — diss'ella| con accento malizioso.
   — A Dio non piaccia! — rispose Lucio Sor-mani| che era pronto alla parata come all'attacco. — Morireste di gelosia in capo ad una stagione. Sono tanto apprezzati| i tenori!