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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Ricordate un bel fatto ! — esclamò la contessa| ravviando col sommo delle dita la guarnizione di penne del suo ventaglio bianco. —
   — Ero libera| forse?
   — Ah| meno malel eooo una ragione. Ed ora ohe lo siete.... —
   La sospensione della frase era piena di sottintesi. Di sotto alla celia garbata ne potevano sbucare parecchi. Ma la contessa Flaminia non gli diò tempo di ripigliare il discorso.
   — Ohe ne sapete voi| che venite dall'Olanda ?
   — gli disse| alzando gli occhi sopra le stecche del ventaglio.
   — Ahi! — gridò Luoio Sormani. — Arrivo dunque tardi?
   — Eh ! potrebbe darsi ; — rispose la oontessa Flaminia.
   Lucio Sormani non si buttò a terra per morto. Già| con quella sua grazia disinvolta| non era neanche oasoato.
   — Bene! eaoò male! — ripigliò. — E ditemi| se la domanda non vi pare importuna| che castellani abbiamo noi nel vioinato?
   — Perchè? — disse Flaminia.
   — Perohè| scusate la libertà grande| quando una donna non ama un uomo| è segno evidente che ne ama un altro.
   — Qualche volta è cosi| qualche altra no; —