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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Quanto al cervello| valeva assai più di tanti fannulloni suoi pari. Viaggiava| senza intenzione di istruirsi ; ma qualche cosa| di tanti viaggi| gli restava appiccicato pur sempre. Non aveva ambizioni| ecco il male| e non gli occorreva di mettersi al grave. Figuratevi che aveva trent'anni| e non gli era passato ancora per la mente di cercarsi un collegio| che lo mandasse in parlamento a salvare l'Italia. Gli Iddii ti guardino| o Lucio; ti guardino e t'amino le Iddie.
   All'apparire della contessa| il giovanotto lasciò tosto di tormentare il personaggio antico| che era rimasto chiuso nella sua immobilità spettrale| e mosse incontro a lei premuroso.
   — Oh bravo! siete voi? — diss'ella| stendendogli la mano.
   — Io; inaspettato| non è vero?
   — Infatti| non un cartoncino| dei vostri soliti| ohe vi dispensano dalle lunghe lettere.... non un telegramma| che dicesse il giorno e l'ora del vostro arrivo.... Avrei potuto mandarvi la carrozza alla stazione.
   — Grazie; ma sono stato abbastanza fortunato| trovando laggiù il cavallo dell'Apocalisse.
   — Attaccato ad un istrumento di tortura| non è così? — ripigliò la contessa| ridendo. — Imparerete a non farvi annunziare. Ma io ora debbo