Stai consultando: 'La Castellana '| Anton Giulio Barrili

   

Pagina (41/358)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (41/358)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - 35 -
   da lui un tempo abitate. Veniva per la cresima| vi ho detto: la cresima imprime carattere.
   — Non potrà lagnarsi| mi pare; — disse Flaminia| sorridendo ancora a sè stessa. — Lo tratto come un personaggio eminente. —
   Passarono quindici minuti| dopo i quali ritornò il servitore ad avvisar la padrona che il cavaliere Sormani era nell'armeria| in attesa di vederla e di presentarle i suoi rispettosi saluti.
   Si chiamava col nome pomposo di armeria una gran sala del pianterreno| a cagione di parecchie armature che insieme con alcuni vecchi ritratti anneriti ci aveva lasciate l'ultimo dei conti di Alagna| marchesi di Altariva. Armature e ritratti dovevano rappresentare la gloria di venti generazioni di guerrieri della nobil casata. I maligni dicevano ohe i ritratti venivano dalle botteghe dei rigattieri| e che le armature| tutte di lamiera| erano state fabbricate| cinquantanni addietro| al tempo della fioritura romantica| che aveva messo quelle anticaglie alla moda. Ebbene| fossero pur di lamiera| e moderne| le armature di Altariva ; e venissero pure dal rigattiere| tutte quelle figure pensose di valentuomini. Comunque fossero| decoravano bene la sala. Che cosa ci s'ha a mettere| buon Dio| nelle grandi sale dei vecchi castelli| se non ci si mettono dei quadri neri e delle armi irrugginite? Un po' di ornamenti su