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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 34 —
   giudicarne da quel che appariva; senza repu-gnanza e senza giubilo| come nella più parte dei casi. Una visita| del resto| è sempre un omaggio; e l'omaggio non si sgradisce mai| tra persone di garbo.
   La contessa si allontanò dal terrazzino| rimise il cannocohiale nella sua busta| e andò verso la parete a premere il bottone di un campanello elettrico. Un servitore accorse alla chiamata.
   — Filippo| — diss'ella| — andate subito alla torre della Guardia e avvisate il Bartolino che c'è una visita. Dovrebb'essere il cavaliere Sor-mani. Lo farete entrare e porterete la sua valigia nelle stanze del Vesoovo. Avete capito?
   — SI| illustrissima| sarà fatto. —
   Le stanze del Vescovo erano nel castello di Altariva un quid medium tra i quartierini padronali e la foresteria. Si chiamavano così da molt'anni| e prima che il castello fosse passato in proprietà dei Landolfi| perchè i vecchi signori di Altariva| quando oapitava il vescovo per la cresima o per altra ragione di visita pastorale| non permettevano mai che fosse alloggiato nella canonica| ma volevano ospitarlo essi| nel loro castello. Passati gli Altariva e sottentrati i Landolfi| non o' era stata più occasione di ospitar vescovi in un castello per parecohi anni deserto; ma il nome del Vescovo era rimasto alle stanze