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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 32 —
   sonaggio seduto nel calesse non era uno dei soliti.
   Queste cose in campagna si osservano| perchè le facce nuove e le apparizioni insolite rompono il filo delle idee| quietamente intessute nel dormiveglia delle grandi solitudini. La contessa Flaminia notò il calesse del procaccia| e guardò il viaggiatore| che le parve a quella distanza| dai contorni generali e dall'atteggiamento della persona| un forestiero di maggior levatura dell'ordinario.
   — Ohi sarà mai? — pensò. — E chi viene a cercare| in Altariva soprana? —
   Presa da una legittima curiosità| rientrò nel salottino e levò dalla busta un cannocchiale a tre lenti| da marina| da campagna e da teatro. Ritornata sul terrazzino| appuntò il cannocchiale sul trespolo che si awioinava lentamente| e riconobbe nel forestiero un signore di bella apparenza. Una valigia| chiusa nella sua custodia di tela| e posata a cassetta sulla sinistra del cocchiere| diceva chiaramente che quel forestiero era giunto dianzi dalla strada ferrata| e lasciava argomentare che fosse avviato al castello. Infatti| non c'era in Altariva soprana nessuna famiglia di conto| ohe potesse immaginarsi destinata a riceverlo.
   — Visite! — esclamò la contessa| sorridendo. — Ne ho parlato proprio a tempo! —