Stai consultando: 'La Castellana '| Anton Giulio Barrili

   

Pagina (37/358)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (37/358)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 31 —
   molto ascoltato. Libera| pensava di suo capo; sola coi suoi pensieri| diceva pane al pane| come abbiamo veduto.
   La locomotiva| ohe era venuta in buon punto a chiudere il monologo della graziosa filosofessa| aveva fischiato da un pezzo| là in fondo alla valle dell'Erba. Nò la contessa| che pure l'aveva accennata| si era dato pensiero del suo arrivo e della sua sparizione| poichò di laggiù non aspettava nessuno. Ma in quella che lo sguardo di Flaminia si ritraeva dal basso| risalendo verso la chiesa parrocchiale| un calesse svoltava dal fianco della chiesa| avviato per l'erta che metteva ad Altariva soprana. Gli occhi della contessa si fermarono necessariamente su quel calesse| polveroso e stangato| che era poi il trespolo ben noto del procaccia| uso a fare ogni giorno la salita per portare l'involto delle lettere e dei giornali al castello| con gran noia della vecchia cavalla bianca| che da vent'anni era associata a quel venerando archilèo. Ma quella mattina il trespolo d'Altariva era già stato al castello| A che| dunque| faceva egli quel secondo viaggio? Forse per portare qualche contadino grasso| reduce da una fiera| o l'agente delle tasse| o l'usciere della pretura vicina| od altro simbolo dell' autorità costituita. Ma a giudicare dall' apparenza| e oome la lontananza permetteva| il per-