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un tesoro di bellezza che non dice più nulla| che forse non ha mai detto nulla di nulla al suo cuore. Se poi egli è il figlio o il nipote del ricco| del fondatore della casa| non pensa ad altro che a spenderli| i milioni accumulati| a git-tarli nella gara dei passatempi costosi| dello sperpero per lo sperpero| delle soiocohezze| delle follie| con qualche elegante crudeltà cammin facendo| e l'abiezione alla meta. Vedono la necessità di prendere una compagna ? Sappiamo dove la scelgono. Spesso non la scelgono nemmeno: accettano quella che si offre alla mano; l'unica creatura| del resto| che siano capaci d'intendere| poiché hanno sempre parlata la sua medesima lingua. Gran lode per lei d'aver fatta| come moglie| una buona riuscita. Quante volte non ho sentito io tessere di questi elogi nel mondo ! Ma già| la cattiva riuscita di tante altre| di più alta condizione| venute su fresche fresche da un conservatorio di monaohe| par che giustifichi la scelta di questi signorini negli infimi strati sociali e dia ragione a certe assoluzioni dei moralisti a un tanto il centinaio. Che società è la nostra d'oggidì ! E che vita| quella del ricco ! Per i migliori| quando smettono gli affari o si riposano| la giornata è vuota ed insipida. Pensare? non sanno l'arte : è un mondo nuovo| quel dello spirito. Studiare? non hanno cominciato in tempo.