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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   di là da quella balza ohe chiude la valle| o più in giù| nelle pianure verdi che egli non ha ancora vedute. Il dove| sicuramente| lo dice ai fiumi la geografia; ma i fiumi| poveracci| non ne sanno un bel nulla. A noi lo vorrebbe dire la teologia; ma la filosofia mette fuori i suoi riveritissimi dubbi| e noi non ne sappiamo niente più dei fiumi sullodati. Si va| intanto| si va; e beati i fiumi| e beati gli uomini| quando trovano nel corso qualohe bella fermata| pittoresca e poetica| dove i negri scogli si contentino di guardar da lontano| facendo scenario| e i pioppi s'in-ourvino lentamente| fremendo i dolci segreti all'acqua ohe scorre. ' Fèrmati! „ pare che dicano| e non solamente a lei. ' Fèrmati un tratto| impaziente! Dove vuoi tu star meglio di qua? L'aria è oheta e il cielo sereno; oantano i grilli| e non c'è caso ohe stuonino ; i fiori rendono odore e le stelle dan luce. „
   Flaminia era lieta| felice di ritrovarsi là| solitaria per sua elezione| smarrita| dimenticata in quell'oasi| in quel pezzo di paradiso| la cui bellezza intima non aveva mestieri di nessun cicerone ohe gridasse ' ammirate „ in nessuna lingua da viaggiatori. Ne aveva veduti| in quattro anni| dei punti maravigliosi: cascate del Reno| ghiacciai| tappeti verdi tra i larici| grotte di Adelsberg| Sierre Morene| cattedrali di Colonia|