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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   _ ?.    ch'egli era stato sul ponte dei pittori| e sceso di là aveva sentenziato sullo sporto della farmacia: 'l'arte è l'arte e il bello è sempre il bello| dovunque si trovi. „ La qual sentenza| presto ripetuta in canonica| aveva fatto prendere all' arciprete l'atteggiamento del Nunc dimittis. ' Sia lodato il cielo ! „ aveva esclamato egli. ' Abbiamo tutti i voti favorevoli. „
   Non quello del oapo dei fabbricieri| per altro. Ma perchè mai il signor Gaione non era contento? Ohe cosa voleva di più? Aspettiamo e lo vedremo; per ora dobbiamo ritornare alla contessa Flaminia. Nel suo sguardo in giù| dall'alto del suo terrazzino| la bella signora aveva veduta la ohiesa| ma senza fermarsi più di quel tanto che vi ho detto or ora. I suoi occhi si erano presto spiccati di là| per volgersi più oltre| verso il piano della gran valle| dove l'Erlia scorreva nel suo candido letto ghiaioso| tra lunghe file di pioppi e di ontàni. Spettacolo sempre bello| un fiume che va| riooo o povero d'acque| ma stimolato da una forza misteriosa| come noi nella vita| tra insenature e sporgenze| tra lunghi alberi ohe inchinano le vette come se volessero dirgli qualohe cosa al passaggio| tra ripe alte e scogliose ohe sembrano guardarlo di traverso| e va| e va| oome il personaggio della favola| e non sa dove vada| non sa che cosa gli serbi la sorte|