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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   lista più sottile| e lasciava ad ogni modo una larga radura| a comodo della vista. Il bastione| in fondo alla radura| si coronava di un terrazzino elegante| oltre al quale era dato di vedere un bel tratto dell'erta che metteva al castello| e in fondo a quell'erta il poggio di Altariva sottana| con la sua chiesa parroochiale| intorno a cui erano rizzati i ponti| per necessità dell' ultima mano d'intonaoo| e col suo campanile già libero d'impalcature| essendo finito oramai.
   — I pittori a quest'ora lavoreranno ; — pensò Flaminia. — La navata dovrebbe esser oompiuta quest'oggi. Son ouriosa di vedere oome riesce. Ma ho promesso di non vedere ohe a cose fatte| e le promesse bisogna mantenerle. —
   Questo s'intende per gli affreschi della navata| che erano già presso al termine. Restavano sempre le due medaglie| sulle pareti laterali dell'aitar maggiore; e queste non erano ancora cominciate| non essendo neanche fissati i soggetti. Della navata| ohi l'aveva vista diceva un gran bene. Cosa strana e pur vera| i giudizi erano conoordi. Si oapisce ohe in materia d'arte una popolazione campestre non avesse dissidii di scuole. Ma il bello era che tacevano perfino le ragioni di partito. Il medico condotto| filosofo sperimentale| positivista| evoluzionista| era in fama di non gradire abbastanza il fumo delle candele. Pure| an-