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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   aveva veduto| aveva ammirato (il miglior modo di approvare| ne convenite?)| e il giardiniere di Altariva| dando una rifiatata di contentezza| aveva potuto dire in ouor suo : u eooone finalmente una ohe capisce qualohe oosa; Dio la conservi e la prosperi. „
   Ed erano una bellezza| quelle rose| una festa e una gloria| nella piena fioritura del maggio inoltrato| dove ostentando eretti| dove ripiegando modestamente ad arco| diffondendo spensieratamente per ogni verso i oalioi d'ogni grandezza e d'ogni tinta| vermigli| rosai| incarnatini| paglierini| giallognoli| bianohi| svariati di gradazione| chiazzati| venati| oon tutti i riflessi più vaghi e più strani| dal lucido dello smalto all' opaoo della pelle| dal diafano del velo al denso della porcellana. Un profumo intenso ma gradevole si spandeva per l'aria| invadeva le stanze del quartierino. E che bella oornice| quel profluvio di rose| alla figura della contessa Flaminia se uno l'avesse veduta dal parco sottostante! Voi| per esempio| signor Doro Bel trami| ohe stavate ogni mattina tra il fosco e il chiaro ool naso in aria| se è vero ciò che dei fatti vostri ha narrato la bella e furba cameriera.
   Dalle finestre del castello| specie da quelle della faociata a mezzodì| si vedeva molto lontano. Il parco| da quel lato| si faoeva innanzi con la sua