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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 19 —
   diamogli giustizia| sebbene egli non sia disposto a fare altrettanto con noi. —
   Rimasta sola nel salottino| anche la signora Flaminia pensò la parte sua.
   — Gran ouriosacoia| quella Marga! Perfino nella torre ha voluto mettere il naso. E la mattina| poi| va a dare la sua sbirciatina dalle finestre nel parco! Ma che idea| quella del signor Doro| di piantarsi là| sotto gli alberi| e di stare delle ore in sentinella! L'ho ben veduto aacor io| e non solamente alla luce del giorno. Che| forse teme che vengano i Saraceni a rubarmi? E poi| se ha questo gran desiderio di studiarmi| perchè non vien qua| liberamente| come il suo principale? Neanche una volta a pranzo| ha voluto venire! neanche una volta sola! Se quello là ci ha davvero le idee che la signorina Marga gli impresta| bisogna dire che non ha fretta di giungere| nè voglia di lasciarsi scoprire. —
   Infatti| cosi èra: il signor Doro Beltrami| giovane pittore| aiutante del Salvi| non faceva nulla per avvicinarsi alla padrona del castello di Altariva. E qui| sommariamente| brevemente| raccontiamo le cose per ordine. Al conte Cesare Salvi di Salverana| grande artista frescante| i cui bozzetti erano stati approvati| i fabbricieri della parrocchiale d'Altariva avevano trovato alloggio nella locanda del Cappello verde| che era la