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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — Marga| — diss' ella| dopo un istante di pausa| — io penso ohe tu ti sia ingannata. Il ritratto della tua padrona lo fa il conte Cesare| che si è cortesemente offerto per tramandarne le venerate fattezze alla posterità riverente. È un omaggio che egli vuol farmi ; si è proprio servito di questo vocabolo. Un lavoro senza pretesa| del resto| mi ha soggiunto egli ; tre sedute| a mala pena| lavorando alla svelta| nelle ore di svago| e senza chiedermi neanche un minuto di posa; con la guida di una fotografia| tanto per raccapezzarsi| e fidandosi per tutto il resto alla memoria. I pittori| mi ha detto| sono osservatori diligenti ; ritengono molto delle cose vedute| e non hanno sempre bisogno di avere 1' originale sott'occhio.
   — Tutto bene; — replicò la cameriera; — ma oome va che ci lavora 1' aiutante| a cui la memoria non può servire come al suo principale?
   — Mal... che cosa vuoi che ti dica? Porse lavorerà nello sfondo| o in qualche particolare della persona; nell'abbigliatura| per esempio. Sai| del resto| che sono compagni d'arte. In arte è sempre così : 1' uno per 1' altro. Ho letto che nella scuola di Raffaello il maestro soleva toccare i quadri degli soolari.
   — Ed ha letto ancora che gli scolari toccassero i quadri del maestro ?
   Barrili. La Castellana. 2