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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 14 —
   nazione; — rispose la cameriera. — Perchè sarebbe qua| il conte Cesare?
   — Per pitturare la chiesa ; non ti dimenticare neanche di questo.
   — Già| ooi denari della signora contessa.
   — Non erano più i miei| poiché li avevo regalati alla fabbriceria| prima che il conte pittore si fosse fatto aranti coi suoi bravi bozzetti| che abbiamo volentieri approvati. —
   A questo ragionamento non c'era da risponder nulla. Ma la signorina Marga non intendeva di darsi per vinta.
   — Ah ! — esclamò ella. — È grazioso| un conte pittore.
   — Ebbene| che male c'è ? Ti piacerebbe forse di più un conte fannullone ? e giuocatore per giunta| oome il conte d' Alagna| non più marchese d'Altariva?
   — Lasciamolo stare| quell'altro ; è giudicato ; — replioò la signorina Marga. — Ma questo qua| frescante o seccante| mi piacerebbe poco a tutti i modi.
   — Per caso| ti piacerebbe di più l'aiutante?
   — Meno che mai ; c'è il divieto. —
   Per quella volta la signora Flaminia tralasciò di guardarsi allo specchio| e ai rivolse a guardare la sua cameriera.
   — Il divieto! — ripetè ella. — E da chi?