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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 13 —
   egli poi penserà per contrapposto che io sono una castellana per burla. Avrebbe ragione| del resto ; — soggiunse la bellissima donna. — Tanto| la corona di perle e fioroni annessa e connessa alla proprietà di Al tari va| mi pesa già sulla testa| come quella di perle della casa Rinieri.
   — Se osassi.... — mormorò la signorina Marga.
   — Osate| Marga| osate. La cosa non vi deve rincrescere.
   — Le direi| — ripigliò Marga| ammiccando| — che si facesse aiutare.
   — A buttarla? perchè no?
   — A portarla| signora mia. Le sta così bene sulla testa! Eh!... — soggiunse la bionda cameriera con un certo movimento del capo| che voleva dir molte cose. — So di un certo tale che n'avrebbe un gran desiderio. —
   La contessa Flaminia| avvicinatasi allo specchio| stava aggiustando una bella rosa incarnatina nel ricco e lucido volume de' suoi capelli neri.
   — E chi sarebbe costui ? — domandò ella| senza pure voltarsi.
   — Non lo immagina? Il conte Salvi.
   — Di Salverana| mia cara ; non dimenticare il suo titolo feudale. Bisogna poi dare a Cesare quel che è di Cesare. Tu| dunque| ti sei messa in testa....
   — Eh| non c'è da fare uno sforzo d'immagi-