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La Castellana

Anton Giulio Barrili
Editori Treves Milano| 1927| pagine 350

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 12 —
   forse il signor Gaione non aveva tutti i torti a vedere in lei.... Ma basta| non ripetiamo troppe volte i giudizi temerari del fabbriciero degnissimo. Li sentiremo ancora dell' altro | e da più belle labbra che non fossero le sue. Da quelle di Flaminia Rinieri Landolfi| ad esempio ; della contessa Flaminia| che appariva sull'uscio del sa-lottino| bella come una ninfa antica| leggera come una visione| mentre la gentil cameriera| sempre sdraiata a mezzo| seguitava a fantasticare col suo giornale tra mani.
   — Ma bene| signorina| benissimo! — esclamò Flaminia| avanzandosi| e temperando con un bel sorriso la severità dell'osservazione.
   La signorina Marga fu pronta a lasciare la sua postura di riposo.
   — Signora| mi perdoni ; — balbettò| ma senza sgomentarsi troppo. — Leggevo il giornale.
   — E sdraiata ! — riprese la contessa. — Sappiate| signorina| che non è necessario. Ce ne sono parecchi| dei giornali| che fanno dormire anche in piedi. Non per me| sapete| ma per il mondo| vi sgrido. Dicono tutti che siete una....
   — Tutti ! — interruppe Marga| ridendo. — Non impresti a tutti il cattivo gusto del signor Gaione.
   — Eh via! s'ha da credere? — disse Flaminia. — Il vostro Gaione esprime ad alta voce quello che tanti altri si contenteranno di pensare. Ed