, - 174 -
me sagole. Noi lutti sentimmo quella pe dita assai più di voi, giacché appena ila noscevate ; epperciò eravate più padrot di voi stesso e per conseguenza più i grado di narrare quell'avvenimento dolo rosissimo che ci sta nella memoria coni un orribil sogno agitato, incredibile ancb al presente 1
Teodoro provava una grande riluttami a parlare. La tranquillità della sala, il sen timento d'agitazione con cui era entrato, quelle faccie stranière , il linguaggio straniero anch'esso, tutto l'opprimeva in sommo grado. Ed ora, in quel momento, dopo essersi trovato faccia a faccia con un'esistenza si piena di magica felicità, si voleva ch'ei narrasse 1' agonia del povero E-doardo a gente sconosciuta I
Eglino tennero che il dolore gli precludesse il varco alle parole. Sedutosi presso a Maria, ne contemplò a lungo la pallidi fronte delicata, la cui serena tranquilliti lo indispettiva quasi. I suoi occhi azzurri, pacati e felici avevano perduto ogni po-iere sopra dì lui. Egli sentiva distintamente che era la sua propria incapacità ed un