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Iona lesi». Ma in quel momento appunto a di cattivo umore e lo rovesciò tutto pra di me o la mia opera. Da ultimo io mi stancai di quell'insulso maligno ciaramellio che mi punzecchiava me trafitte di spilli. Un altro avrebbe lo forse lo gnorri e avrebbe vinta la par-a da ultimo. Ha io... come doveva di-riarmi ? Mio padre non fece molto scal-re co' suoi carnei, e quando mori a Roma n fece né più caldo né più freddo. Ed io no sempre stato lontano dai dotti, e an-^ questa volta mi trassi fuori dalle lor ste e giurai di non aver più che fare con ¦ò ; scendendo giù per Kipetta sentii ar-ginirmisi il sangue e gittai il mio mollo nel Tevere. — Struggiti pure in quelle jue ! — diss'io fra me, e mi sentii come eggerito d' un peso si, che mi saltò il rio di fare una scorserella per la campa-a. Là, voi mi avete trovalo in quel battaglio coi cani.
— Checché vi facciate voi, non isfuggi-e però ai dotti — disse Teodoro dopo a pausa, scherzando per iscuotere l'arti-. che era caduto immerso in una medi-
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