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seguente a buon'ora, e tratta una scranna vicino al fuoco selè vegliando ed avviluppato nel suo mantello. Erano circa le dieci; la notte serena e stellata regnava sulla piazza Barberini, e l'alto silenzio non era rotto che dal mormorio piacevol dell'acqua nellaconca del Tritone. Una voce giovanile di donna prese a cantare un tratto da una casa adiacente l'amorosa ritornello della canzone di Metastasio
E tu cbi sa se mai Ti sovverrai di me !
e lutto rientṛ poi nella quiete notturna.
Quelle soavi parole echeggiavano peṛ sempre nel cuore di Teodoro assorto in pensieri profondi. Parevagli essere ancora*; sull' orlo dell' abisso a Tivoli, pel sentie- 4 ruolo di contto alle cascate. Eglino camminavano, ma non a bracetto, l'un presso all'altra, egli, Teodoro e quella giovinetta avvenente e la sua vispa compagna, che non rifiniva di ripicchiare sulla malagevolezza del cammino.
— A quest'ora dovevamo essere di ri-Wno co' vostri genitori, Maria— diss'ellu