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Quando rinsensò e riaprì gli occhi, vide chinata sopra di sè la faccia d'un giovani-, sul cui ginocchio piegato stava appoggiala la sua testa, e di cui le mani stroppicciavan-gli le tempia con bàttofbli d' erbe umide divelto di fresco. Il cavallo stava 11 presso tutto fumante, e due cani dibattevansi ai suoi piedi nell'agonia della morte.
— Siete voi ferito? — chiese il giovine.
— Noi so.
— Dimorate in Roma?
— Presso il Tritone.
Il giovine lo aiutò ad alzarsi, ma egli non potevastar ritto; le sue membra sanguina* vano, il suo piede sinistro era ammaccato ; la sua faccia era pallida e stravolta ; le sue vesti e il suo mantello a sbrendoli. Senza profferire una parola ei si lasciò sorreggere dal suo salvatore, il quale piuttostochè condurlo, il portò presso al cavallo, lo rizzò sulla sella e, tolte in mano le redini, si avviò lentamente verso la città.
Eglino fecero sosta alla prima osteria fuori le mura. Il giovane fece recar del vino dall'ostessa, e il ferito, vuotato ch'ebbe un bicchiere, si rianimò esclamando.