- 112 —
bioso, cui il vento confondeva in una terribile, continua melodia selvaggia. Quel suono ' pareva possedesse un fascino paralizzante , essendoché il viaggiatore si rimanesse immoto, con la bocca egli occhi sbarrati e la faccia rivolta a mezzo là donde veniva il grido di guerra degli animali famelici.
Da ultimo si scosse risolutamente esclamando :
— È troppo tardi !... mi hanno sentito e mi ormano da lungo!... e se tentassi fuggire, strammazzerei a'primi passi in questo crepuscolo. Bene sta ! io sono vissuto come un cane... e sarò ora divorato da' miei simili... è logico almeno!... Se avessi un coltello agevolerei la bisogna a' miei ospiti... Ma, e questo bastone?—e ne tastò in ciò dire il forte puntale di ferro ; — se sono pochi, chi sa che la mia fame non sopravviva alla loro?...
K toltosi di spalla il mantello in modo da liberare il braccio destro, se lo attorse in più giri al braccio sinistro a foggia di scudo. Appresso, brandendo il bastone nocchiuto , esaminò con fredda risolutezza il