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SULLE RIVE DEL TEVERE
i.
I.a lolla col Cani.
Era lo scorcio del gennaio. la neve inalbava le vette de'monti e il sole non ne a-veva dimoiato per anchecbe qualche striscia alle loro falde. La cara primavera cominciava già a infiorar la campagna di Roma, e solo il verde cupo e ferrigno degli ulivi, che vestivano qua e là le ondulazioni soavi della pianura e circondavano qualche solitario casolare, e i cespugli ispidi ed anneriti lungo la strada e le viottole, mostravano sempre i severi effetti del verno.
In quella stagione gli armenti si stanno raccolti in chiusi presso ai casolari de'cam-pagnuoli, addossati generalmente a qualche collinetta, e difesi soltanto dalle intemperie da alcuni strati di strame ; mentre quelli