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•— Fanciulla.... io muoio per te!...
Amendue guardaronsi con uno sguardo ineffabile e.... tacendo.
Appresso Franz si alzò e baciòLeonardo, esclamando :
— Usciamo.... è tardi e questa è una camera da infermo. E quando domani verrò da te, Carlotta mia, avrai tu dimenticato nel placido sonno il dolore die ti ho cagionato.
— Io non dimenticherò però mai, nè in vita nft in morte che tu mi ami, Francesco!... — rispos'ella seriamente.
E dalla sua testa leggiadra raggiava, in ciò dire, l'aureola luminosa dei beati e dei serafini I
Alcuni giorni dopo io sedeva un mattino nella camera abbuiata della signora Eugenia, la quale si stava al solito raggomitolata sul suo sofà, con a' piedi il cagnolino Aristodemo. Noi eravam soli, e tutti e tre assai turbati.
— Avete bel tempo per vi^giare—disse