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sarebbe riuscito . se non rivedeva la fanciulla ; imperocché, quante volte ei faceva per lavorare nella sua stanzina a tetto, ei si trovava sempre a guardar come trasognato la vuota parete. Allora chiamava il suo cane ed iva errando a vanvera per la città, finché sopraggiungeva la notte eie ul-j- time divote uscivano dalle chiese, e gli ultimi oziosi scomparivano dalle vie. Pieno di sconforto ei faceva allora ritorno alla sua stanza desolata e perfino il colloquire con Pauroso il suo confidente era cessato. Una certa freddezza erasi intromessa fra lui e il suo camerata, dopo che il cane avea si indegnamente frustrate le speranze, che il suo padrone avea riposto nella potenza del suo naso. Accadde un giorno che Pauroso abbaiando festosamente, si fece incontro, saltando, ad un grosso can da macello, in cui credè manifestamente raffiggurare Rinaldo. Al buon Giovanni balzò il cuore in bocca per la gioia ; ma fu uno stante, perocché ei conobbe tosto 1' errore deplorabile dell'istinto, e s'affidò quind'innanzi al destino più che all' aiuto di qualunque vivente.
C.t