paeselli nella pianura di Sorrento erano diritti ed intatti in mezzo alle vigne e ai giardini d'aranci; le roccie non eransi spalancate per inghiottirli, e il mar furioso non aveva potuto superare con le sue onde sbuffanti la riva, per travolger oon essa ne'suoi gorghi tutto che gli uomini vi hanno piantato da secoli.
Nel pomeriggio di quell'ultimo giorno d'aprile, un poeta alemanno — il suo nome poco rileva al racconto — abbandonava la casa ov'era stato confinato, mal suo grado dalla tempesta. Per intieri giorni egli avea contemplato la marina dalla finestra, col cappello in capo e i ginocchi ravvolti nel suo mantello, tracannando, un dopo l'altro, bicchieri di vino generoso, senza poter svegliare nelle sue membra la menoma sensazione di calore. La piccola provvigione di libri che l'accompagnava nel suo viaggio, era rimasta a Napoli, e, nella casa del suo albergatore, era impossibile scoprire un foglio stampato, tranne l'almanacco e un lì-J bro da messa. Quante volte non s'era egli temerariamente vantato, che la noia non avrebbe mai potuto vincerlo nella soliti