Storia arcana ed aneddotica d'Italia di Fabio Mutinelli

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      IHminaecia di far tagliale il naso e gli orecchi a'gentiluomini veneziani, perseguila i mercatanti pur veneziani, e ne imprigiona alcuni, usando poi uno sfregio, pubblico e solenne, alla repubblica. — XVIII. Avuti gli scandagli della profondità dei porti e di tutte le acque della laguna, si studia il modo por meglio eseguire uno sbarco, ed assaltare senz'altro Venezia. — XIX. Il navile spagnuolo abbandona il Golfo di Venezia, e i soldati sono posti a quartiere; inudite ribalderie commessevi. — XX. Col pretesto di una maggior gabella imposta sulle frutte i Napolitani si sollevano. — XXI. Eccessi, c pazzie crudeli di Tommaso Aniello; un popolano gli mozza la testa. — XXII. 11 popolo non «'acqueta, o dissotterrato il cadavere dell'Aniello gli rende solenuis-simi onori funebri. — XXIII. Continua, e fieramente, la ribellione ma, più tosto che temerità italiana, parrebbe essere bindoleria di Francia. — XXIV. La ribellione si cangia in guerra aperta, e si viene ad una capitolazione. -— XXV. Le mene rivoluzionarie francesi non cessano; inaspettato arrivo, con grossa armata, di Don Giovanni di Austria, al quale pure il popolo fa testa. — XXVI. Si prosegue a far guerra al re e ai baroni, senza smettere dai soliti furori. — XXVII. Si vuole una repubblica sotto la proiezione di Francia. — XXVIII. 11 duca di Guisa e le sue arrischiate imprese. — XXIX. L'armata francese attacca la Spagnuola. — XXX. Guisa, creato Duce della repubblica, mira a più alte cose, chiedendo intanto l'obolo a Venezia. — XXXI. Don Giovanili di Austria, per ritornare ili possesfo di Napoli, perdona e largheggia ; Guisa, per consolidarsi nel comando, imprigiona, tormenta e strozza. — XXXII. Il popolo si dispone a trattare, e Guisa sogna un imperio. — XXXIII. Napoli è riacqui1 lata e sottomessa, e il duca di Guisa è fatto prigioniere. — XXXIV. La peste. — XXXV. In quello si scopre una congiura per far partire nuovamente i napolitani dalla obbedienza del loro principe, aumentando poi la peste cos'i che le capre suppliscono alle estinte nutrici; voto alla beata Beninca-sa. — XXXVI. I morti giungono a cinquantamila e più; il giorno della Concezione di Nostra Donna è, con pubblico atto, dichiarato festivo.
      a' 26 I. È finalmente arrivato il signor duca di Ossnnn (1) aiilim.° 20 del presente con dodeci galee, tre sue particolari, tre di
      Gasparospinelli. (1) Don Pedro Tellezy Giron duca di Ossona che, richiamato, nel
      1618, dal governo vicereale della Sicilia in Ispagna, ove fu accolto lietamente dal suo sovrano, passava all'altro di Napoli. Il Canio {Storia Universale — Epoca XVI — Il seicento. Due Sicilie) ce lo dipigne per « uom accorto, suntuoso, spirito forte, gran mestatore d'intrighi e orditore di novità, disposto a valersi di tutta 1' autorità concessagli e più; e conio tulli di quel tempo adoperava mezzi triviali a disegni giganteschi ».


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Storia arcana ed aneddotica d'Italia
Raccontata dai veneti ambasciatori (Volume Terzo)
di Fabio Mutinelli
Tipogr. Pietro Naratovich
1858 pagine 478

   

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