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Io brigante

Carmine Crocco Donatelli
Tipografia G. Grieco, 1903, pagine 98

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   altri men feroci facevano tra loro promesse brutali, e tutti erano animati da un vivissimo desiderio di lottare.
   In me prevaleva la certezza della vittoria e la tranquillità spontanea della mia persona, la nessuna preoccupazione per l'attacco avevano vinti i più timidi, di guisachè in tutti più che speranza era viva la sicurezza di un prossimo trionfo.
   Non dovete però credere che i miei fossero tutti pastorelli.
   Avevo un piccolo esercito con quadri completi, un capitano, un luogotenente, un medico, sergenti maggiori, caporali tutti appartenenti al disciolto esercito borbonico. Avevo seicento soldati di tutti i corpi, cioè cacciatori, cavalleria, artiglieria, volteggiatori. zappatori, minatori, granatieri della guardia e che so io. Che importa se costoro erano pastori, contadini, cafoni? Forse che gli eserciti attuali non sono composti tutti di figli della miserabile plebe. Che se poi dovessi io sciegliere fra due reggimenti uno di studenti, l'altro di pastori o di contadini sarei sempre pei secondi, perché avvezzi al freddo, alla fame, alle fatiche ed al camminare. Non dico che gli studenti siano vili; no, Iddio mi guardi da sì infame calunnia, ma preferisco l'uomo rozzo, il cafone, più facile ad allenarsi, più pronto ad ubbidire, meno esigente nel mangiare, e incapace di criticare gli ordini ricevuti.
   Avvisato dalle spie dell'avanzata delle truppe, feci sortire dal campo i miei cavalieri, divisi in cinque plotoni che diressi in cinque diverse direzioni, col mandato preciso di esplorare lontano lontano e di riferire.
   Ci dividevano dai soldati sei buone miglia di strada, ciò non pertanto, appena la truppa uscì da Porta di Napoli, noi dall'alto della posizione con buoni cannocchiali potemmo osservarla e seguirla ne' suoi movimenti.
   Ai primi raggi del sole nascente luccicavano le armi e le uniformi degli ufficiali; questi erano tutti montati chi su mule, chi su cavalli; avevano la sciarpa azzurra a tracolla, la pistola al fianco e qualcuno il fucile alla spalla.
   Mentre le colonne avanzavano silenziose, io pensavo a quel comandante piemontese ed a' suoi ufficiali, che avevano di noi meridionali un concetto così basso, che ci credevano tutti vili e come tali trattavano le popolazioni che davano loro ospitalità.
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