336 ASTRONOMI 13 STUDIOSI D* UMIL CONDIZIONE. [CAP. XII.]
ini capitavano alle mani. All' esame del maggio 1S73 ottenni il diploma di secondo grado, e, terminati gli studi alla fine dell' anno, accettai il posto di insegnante nella scuola medesima. Quest' educazione artistica creò in me una specie di disgusto per la fotografia, la quale pareami avesse in sè assai poco dell'arte vera, efosse più meccanica che artistica. Adesso, rimontando alle mie idee passate, veggo chiaramente che una gran parte di tale disprezzo proveniva dalla mia ignoranza e presunzione.
> Nel 1874 cominciai a dipingere a tempera e quindi a olio, copiando i dipinti prestati alla scuola dalla collezione del Museo South Kensington. Lavorai altresì dal vero, e principiai a dipingere a olio e all'acquerello, vendendo alle volte i miei dipinti per far le spese dei materiali e delle esperienze scientifiche. L'anno seguente però lavorai pochissimo per esser confinato in casa dalla sciatica. Per ben nove mesi non potei reggermi in piedi, e andavo attorno zoppiconi con un bastone. Cotesta malattia mi fece abbandonare l'insegnamento.
» Sul principio del 187G tornai a Darlington, ove continuai i miei studi di pittura e di chimica, quantunque non andassi più oltre nell' eliocromia. Tirai innanzi nell'anatomia, ed inviai circa quindici lavori a South Kensington, guadagnando, come premio di terzo grado, il Dizionario dei termini adoperati nell' arte, di Tommaso Fairholt, che trovai utilissimo. Verso la fine dell' anno mio padre, la cui salute andava deteriorando, mi chiamò a casa per aiutarlo nella scuola. Io cominciai allora seriamente lo studio dell' algebra e d'Euclide, ma trovai un osso duro. Mio padre, quantunque assai buon matematico, non poteva istruirmi, per essere stato colto da una paralisi da cui non si riebbe mai più. Prima di morire mi raccomandò di tentar di ottenere una patente di maestro, ed io glielo promisi. Ottenni infatti un posto di maestro nella