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Inventori e industriali

Samuele Smiles (versione di Gustavo Strafforello)
Barbera Editore Firenze, 1885, pagine 372

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   [OAP. XII.] PRIMI ANNI DI SAMUELE LANOASTER. 333
   tutta senza sgarrare una parola. Appena so spiegare come ciò accadesse ; ma credo, prestando stretta attenzione alle parole come parole, e formando una pittura mentale dei paragrafi com' erano aggruppati nel libro. So di certo ebe il loro senso non fece mai molta impressione sopra di me, giacché, ogni qual volta in' interrogava, il maestro mi mandava sempre all' ultimo posto della classe, quantunque io sapessi apparentemente la mia lezione a menadito.
   « A dodici auni feci la conoscenza di un ragazzo pieno d'ingegno, che veniva alla nostra scuola. Samuele Bridge era un meccanico nato e sputato ; e sebbene non avesse che un anno più di me, era tale la sua abilità nel maneggiar gli strumenti, eh' era capace di costruire un modello d'ogni macchina che vedesse. Egli svegliò in me il gusto della costruzione meccanica, e facevamo insieme modelli di vari ordegni e meccanismi, dei quali alcuni non erano semplici balocchi, ma veri modelli in grande. Cotesto amore della costruzione meccanica non mi lasciò più ; ed io mi ricorderò sempre con affetto di Samuele Bridge, che m'insegnò per il primo l'uso del martello e della lima. L'ultima nuova eh' ebbi di lui fu nel 1875, quando prese con plauso l'esame di maestro, ed era in capolista.
   > Durante i due anni seguenti, fra i dodici e i quattordici, feci relativamente poco profitto a scuola. Mi rammento che un giorno dovevo scrivere un compito a memoria, e il maestro contò ventitré errori in dieci righe del mio scritto. Da ciò si vede che, quanto a studio, io continuai ad esser disattento e negligente. Verso quel tempo, mio padre, eh' era un buon violinista, volle insegnarmi a sonare questo strumento, facendomi esercitare circa un'ora e mezzo al giorno.
   10 la durai per un pezzo, ma senza alcun profitto, giacché odiavo il violino, e non volevo sonarlo che a forza.
   11 segreto, m'immagino, era eh' io non avevo orecchio.