[cap. xti.] intenzioni ottiche del cooke. 321
gli occorreva calcolar le sue curve da dati dipendenti dalla natura del vetro ; e passò per conseguenza a studiare le leggi ottiche della refrazione, nel che la sua conoscenza della geometria e della matematica gli fu di grande aiuto. E coli' andar del tempo, in grazia della sua rara e squisita perizia di mano, riuscì a costruire un riflessore o telescopio acromatico di potenza ammirabile.
L'eccellenza de' suoi primi lavori non tardò a divulgarsi. Alcuni astronomi interessaronsi a lui, ed iucominciarono ad affluire gli amici, fra gli altri il defunto professor Phillips e il reverendo Vernon Har-court, decano di York. Il Cooke ricevè la commissione di un telescopio come il suo, e successivamente altre ordinazioni, finché piantò la scuola e si diede a fabbricar telescopi. Andò innanzi a passo a passo ; e da quell' uomo pratico e riflessivo che era, inventò strumenti e meccanismi speciali per tagliare e pulire i suoi vetri. Aprì negozio in York di telescopi, nonché di qualunque oggetto d'ottica ; la moglie attendeva alla vendita in bottega, ed egli lavorava nell' officina.
I suoi lavori erano tali che crebbero in sommo grado le commissioni di telescopi, i quali erano non solo meglio fabbricati, ma anche a miglior mercato di quelli in uso. Tre fabbricanti di Londra ne avevano il monopolio; ma il Cooke di York non tardò a far loro concorrenza, impiantando una fabbrica in regola in Vìa Buckingham. Suo fratello prese l'incarico del taglio e della pulitura delle lenti, mentre i figliuoli di lui attendevano al macchinismo dell'officina; ma il Cooke era l'anima di tutto. Qualunque cosa in cui mettesse le mani riusciva ben fatta; i suoi orologi erano dei migliori che si fabbricassero, perchè li lavorava con quell' istessa diligenza che metteva a perfezionare i suoi telescopi acromatici. Il suo lavoro era sempre di prim' ordine, e tutto quello che gli usciva dalle mani era perfetto. I suoi equatoriali di quattro
Shilbs. — Biografie. 21