92 GIOVANNI EAKKISON. [CAP. 111.]
assicurato che. per l'immenso numero delle esperienze diligenti ed accurate che ha fatte, e per le prove severe a cui ha sottoposto in vari modi il suo strumento, egli si ripromette di esser abile con sufficiente certezza, a traverso la massima varietà di stagioni e i movimenti più irregolari del mare, a conservare costantemente il tempo, senza neppure la variazione di tre secondi in una settimana, grado di esattezza sorprendente ed anco stupendo, avuto riguardo all'immenso e svariato numero di difficoltà, che l'autore di queste invenzioni deve aver incontrate e con le quali gli fu necessario lottare. >
Quantunque sia cosa comune al dì d'oggi fabbricare cronometri eccellenti, capaci a determinare la longitudine con accuratezza quasi perfetta in ogni clima del mondo, era una faccenda ben diversa quando l'Harrison s'affaticava nelle sue esperienze laboriose. Sebbene considerasse la sua terza macchina il ne plus ultra del meccanismo scientifico, ei seguitò tuttavia a costruire un quarto orologio in forma di un orologio tascabile, del diametro eli circa cinque pollici. Ei trovò che i principii adottati nelle sue macchine grandi ap-plicavansi non men bene alle piccole, e la riuscita di queste ultime superò le sue aspettazioni. Ma in quel mezzo, siccome il suo terso orologio era, a parer suo, sufficiente alle esigenze dell'Ufficio di Longitudine rispetto alla massima ricompensa offerta, ei chiese licenza ai commissari di sperimentare questo strumento a bordo di una regia nave avviata in qualche porto delle Indie occidentali secondo lo statuto della regina Anna.
Quantunque il terzo orologio dell' Harrison fosse ultimato verso il 1758, non fu che il 12 marzo del 1761 eli' ei ricevette ordine d'inviare il suo figliuolo Guglielmo a Portsmouth per imbarcarsi sul vascello Dorsetshire diretto alla Giamaica. Ma occorse un'altra dilazione tediosa. Il vascello fu inviato altrove, e Guglielmo Harrison, dopo una dimora di cinque mesi